un progetto di
Cavaliere nel giardino d'aranci
1997-2011
Salvatore Caramagno
La prima versione di quest’opera risale al 1997. Un contadino attraversa un aranceto in sella al suo cavallo trasportando due ceste colme di frutti. Il corpo dell’animale, che con il suo manto bianco dà luce a tutta la scena, traccia una diagonale che dal primo piano giunge nel cuore buio del giardino suggerendo il percorso su cui si avvia il contadino. La figura dell’uomo sembra colta di sorpresa, come se avesse sentito dei passi alle sue spalle e si fosse girato a controllare. In questo modo, il suo sguardo cattura quello dell’osservatore e lo coinvolge nella scena.
Tutti gli elementi della composizione sono quelli cari alla poetica di Caramagno, legati al mondo contadino e ad un rapporto felice con la natura che ripaga il duro lavoro dell’uomo con rigogliosi frutti.
Nel corso degli anni l’opera si è notevolmente deteriorata a causa dell’umidità e nel 2011, quando si è scelto di restaurarla, si è preferito riprodurre su tavola un soggetto simile. Il protagonista è ancora un contadino gigante in sella al suo cavallo, ma adesso la figura dell’animale si vede interamente e guarda anch’esso nella direzione dell’osservatore. L’aranceto, che nella prima versione era in primo piano, adesso si riduce ad un accenno nell’angolo in basso a sinistra. Non è un allontanamento dalla terra, ma l’allargarsi dello sguardo di Caramagno su altri elementi tipici del paesaggio locale. Ecco quindi che compare l’abitato cittadino e l’Etna in eruzione che illumina di rosso tutto il cielo.
Dello stesso artista:
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